sabato 8 novembre 2014

Benvenuti!

Benvenuto o benvenuta in questo mini blog, qualsiasi tipo di viaggiatore tu sia.
Una segnalazione: il racconto del mio viaggio nella bellissima e drammatica Cambogia comincia ... in fondo, alla maniera del web. Per seguire il filo della narrazione scorri in giù fino alla tappa 1 e risali.
Grazie per la visita
Simonetta







lunedì 1 settembre 2014

14a tappa, 24 agosto

Ripartiamo, stavolta verso l'Italia.
E' stato un bel viaggio, ricco di luoghi da visitare, di cose e persone da vedere, amaro e malinconico a tratti, ma principalmente pieno e vario.
Perché trascorrere le vacanze in un paese povero, complessivamente abbastanza sgangherato. Perché avere a che fare con sporcizia, baracche, prostituzione e lavoro minorile, caos, traffico e smog in proporzioni e concentrazioni ben oltre le nostre.

Il mio personale punto di vista è che i perché sono soprattutto due.
Anche qui c'è tanta bellezza. Della natura, dei siti archeologici e dei monumenti, delle persone, e dell'arrangiarsi. Qualche compagno di viaggio a un certo punto si è anche chiesto se una vita di sussistenza, per quanto limitata e incerta, non sia alla fine molto meno stressante della nostra. Nessuno di noi farebbe cambio, penso, ma non sono sicura che il farmer cambogiano verrebbe volentieri a lavorare in un ufficio dei nostri. Il mondo è pieno di bellezza e fare confronti, dare giudizi è, a mio modo di vedere, inutile.
Il secondo motivo è che questo tipo di viaggio è istruttivo. E' un viaggio nel passato, la casa dei miei bisnonni non doveva essere tanto diversa da queste rustiche palafitte, è un viaggio nei luoghi poveri che ci sono anche a casa nostra e che non vediamo o vogliamo vedere. Non scegliamo dove nascere, ma ogni tanto qualcuno se lo dimentica e si sente superiore. Al rientro, ho visto casa mia, le nostre città e il nostro paese con occhi diversi. Ho dato meno per scontato un po' di cose.

Non ci vuole poi tanto. Uno sguardo aperto e il cuore disponibile a lasciare entrare le emozioni, qualche precauzione, e un po' soldi - neanche tantissimi. E se ci sono anche buoni compagni di viaggio, c'è tutto.



Grazie a Andrea, Eleonora, Silvia, Luca, Vanessa, Stefano, Elena, Michele, Gian Matteo, Flavio, Paola, Alice, Daniele, Ilaria e Diego.

E grazie a chi ha sfogliato il blog, viaggiatori reali o della rete. Vi saluto con un grande classico. Non sono i LedZeppeling (!!) ma è sempre d'epoca.



Un abbraccio virtuale a tutti i lettori, alla prossima
Simonetta



domenica 31 agosto 2014

13a TAPPA, 23 agosto al mare

Una spiaggia, e noi spiaggiati. Il mare cambogiano non è granché se ci venite apposta, invece dopo molti chilometri, caldo, scalinate, camminate, elefanti eccetera, è molto gradito.
Noleggiare una barca per una giornata costa poco, e facendo il bagno al largo si trova acqua bella e anche qualche zona dove fare snorkeling, non è la barriera corallina ma qualcosa si vede. Occhio ai barracuda, dice il pilota, e questo non ci piace. E infatti la sera a cena ce ne mangiamo un bel po'. Alla griglia.
La spiaggia cambogiana è come tutte le spiagge popolari del mondo, che io sappia. Le mamme, mettiti la crema mettiti all'ombra hai preso troppo sole esci dall'acqua che hai appena mangiato eccetera, i papà parlano tra loro, i bambini giocano. I piloti di barche si riposano. I turisti chiacchierano e nuotano.


Anche qui come nel resto della Cambogia gli ambulanti cucinano dappertutto. La signora attrezzatissima ha pentola, fornello, materie prime e condimenti, posate e piatti. Ti serve dall'A alla Z. Questi girano anche tra i tavoli dei ristoranti. Siccome il pubblico esercizio cambogiano non è, in genere, velocissimo, e comunque serve uno alla volta (in una tavolata di sedici...), è normale comprare qualcosa dagli ambulanti per ingannare l'attesa, nessuno dice niente e così  sull'impazienza dei turisti, specialmente occidentali, campano in due. 


La sera spiano (termine gergale delle mie parti che significa indossare per la prima volta, accento sulla a) la collana cambogiana comprata da Friends. In Cambogia ci sono diversi progetti attivi per aiutare chi è in svantaggio, mi fa piacere ricordare qui quelli che ho incontrato. (Notare la borsina in carta di giornale, ritagliata e incollata pazientemente, i due manici di spago, un capolavoro, Ce ne sono dappertutto. Il giornate riporta le notizie sui mondiali di calcio, dietro l'infamante Italia Costarica 0-1, a momenti butto la borsina!).

 


12a TAPPA, 21 e 22 agosto

Ancora strada. Pernottiamo a Phnom Penh e ripartiamo subito la mattina dopo, con l'obiettivo di raggiungere il mare e starci ... nemmeno due giorni, ma ne abbiamo tutti voglia.
Uscire dalla città nell'ora di punta è una questione lunga, il traffico sembra più caotico del solito.
Passa di tutto, mezzi di trasporto, merci e persone di ogni tipo, animali vari, nei due sensi di marcia e contromano. C'è anche una manifestazione non ho capito per cosa (sparuto gruppetto di manifestanti) sorvegliata dalla polizia (gruppo molto più nutrito, troppo, che se ne fanno di tanti agenti?) in assetto antisommossa.
Della multiforme varietà di passaggio sono riuscita a riprendere solo una minima parte, comunque qualcosa c'è. Se avete voglia guardate attentamente, alcuni dettagli sono incredibili, almeno per me.



Ad un certo punto arriviamo a una barriera, la signorina incassa il pedaggio. Finalmente siamo in autostrada, penso io, peccato che finiranno i motorini da fotografare ma almeno ci daremo una mossa. Sbircio nel casello e faccio caso al fatto che non c'è nessun computer. Poi mi giro e vedo che 1. di là dal casello la strada continua esattamente come prima, nessuna differenza che so nelle corsie, o nel tipo di asfalto (leggi le stesse buche), niente barriere o newjersey, uguale; 2. i motorini non solo non si fermano, ma hanno una corsia privilegiata per passare il casello, e non pagano. Vamolà, com'è l'autostrada cambogiana. O forse il casello e basta, dovrei dire.
Infine, grande cartello a chiosa del tutto. Fermo inchiodato là, a venti metri dalla sede stradale dove tutto scorre, chi lo vede. A parte le turiste in bus, s'intende.



sabato 30 agosto 2014

11a TAPPA, 20 agosto

La Cambogia di oggi è di nuovo poverissima e bella. Siamo fuori dalla città e dalle rotte battute, verso Sen Moronom. Siamo a "caccia" di  elefanti, vabbè, abbiamo organizzato una escursione a dorso di. A me piace soprattutto vedere la zona, che è collinosa, un po' più fresca e così umida che non si asciuga niente, molto verde. Qui la maggior parte delle persone vive a quanto pare in capanne, senza finestre, due porte opposte, il fuoco in mezzo e due tavolati ai lati, su cui si fa tutto. Dalle due porte entrano ed escono bambini, polli, maiali, cani, eccetera. Qualcuno rischia con l'elefante (giudizi controversi alla fine, divertente, scomodo, ...) io opto per la camminata nella giungla, inclusiva di ponte sospeso, così non perdo l'abitudine.


Avete trovato l'intruso? A parte gli scherzi, non stupisce che l'elefante sia un importante elemento decorativo di templi e sculture, è un animale impressionante. Vi metto anche un mini video, per quanto artigianale forse rende meglio delle foto.

 

 Anche in 'montagna' i bambini lavorano. I due che pescano con la cavalletta come esca si fermano a "chiacchierare" a gesti e sorrisi con noi. L'altro raccoglie escrementi, gli elefanti ne producono un certo quantitativo (se avete visto il video...) e non vanno sprecati.


PS. Visitando la zona delle capanne, siamo invitati a entrare e la signora ci offre un po' di zuppa. Eh no, a costo di risultare scortesi non accettiamo. Ci atteniamo all'ennesimo fried rice che ci hanno preparato come pranzo al sacco. Si sa che il cibo non rientra nei miei interessi principali, quindi non ho postato granché di culinario in questo blog, ora rimedio. La leggenda che in Cambogia mangiano di tutto a partire dagli insetti non è una leggenda. A ogni bancarella piramidi di ragni fritti croccanti, bachi, cavallette e quantaltro sono offerte in pile ordinate, se non proprio attraenti. In alternativa, fried rice (tradurrei saltato, più che fritto, con pollo, maiale o pesce) e fried noodles (idem). Non male. Ricettina? Nel caso voleste provare, io per ora passo, ne ho mangiato abbastanza.


PPS. Il nostro non aveva la frittata.


10a TAPPA, 19 agosto

La strada nel viaggio è protagonista. Qualsiasi sia il mezzo di trasporto, in ogni lungo viaggio si passano molte ore sulla strada. Che, almeno per me, non è semplicemente il collegamento tra due luoghi da visitare. E' essa stessa un luogo, pieno di cose interessanti da vedere a ogni svolta, a ogni chilometro.
Ad esempio, ci si può fermare in un villaggio. A fianco della frutta, c'è il negozio di telefonia ed elettronica, puoi comprare una sim cambogiana e c'è anche il tecnico che ti aiuta a configurare l'iPhone. La signora al bancone lavora, manco a dirlo, con la figlia in braccio.

 

Ci si ferma a fare benzina. Ogni pompa del distributore ha una signora che ti assiste, tutta bardata con cappello-sciarpa (strano ibrido che qui è un must), guanti e mascherina. In attesa dei clienti sta sulla sua sedia di plastica rossa, o chiacchiera con le colleghe. Una a ogni pompa, altro che self service. All'area di servizio c'è spesso un ristorante (ragni e insetti fritti, banane e uova su spiedini e cotti alla griglia, oltre a riso e noodles come se piovessero). Passano i carrettini dei venditori ambulanti, attrezzati per la giornata, vanno a velocità di crociera perciò perché disturbarsi a chiudere l'ombrellone?  Intorno al distributore espositori di banane e immancabili dormitori su amache. In Cambogia le amache sono dappertutto, tutti ne hanno una, anche il nostro autista di bus la tira fuori a ogni sosta. Mi sembra di sentirlo pensare, Certo andate a vedere l'ennesimo tempio, salite l'ennesima scalinata, crepate di caldo e sudate tutto il possibile, io fossi matto, me ne sto qui in pace sulla mia amaca .... Ok sono di parte, ma l'impressione è che gli uomini qui lavorino mediamente meno delle donne. Date un'occhiata alla fila dei seduti dentro all'autogrill, ad esempio.



E nelle innumerevoli ore trascorse in bus, si guarda cosa scorre di là dal vetro. Tipo, file di giare per l'acqua, risaie,  villaggi, villaggetti, fornaci di mattoni con strani camini, il venditore della legna, altre risaie, eccetera eccetera.

 

Se si passa da qualche cittadina ci sono anche le case in muratura, al posto delle solite palafitte in legno. Sono in vago stile colonial pacchiano, e finite solo sul davanti. Ecco qualche esempio, prego notare i cavi elettrici. Ci sono anche muratori e manovali, che si danno da fare (giusto per riequilibrare quanto appena detto  sul maschio medio locale...).


E il Mekong. Il grande fiume color albicocca sbiadita, ha sempre il suo fascino. Ci facciamo una navigatina, e vediamo le orcelle (delfini). Fotografarle è difficile, almeno per me, comunque una pinna l'ho presa (guardate bene).



PS. Se vi capitasse un lungo viaggio in bus, a un certo punto vi potreste ritrovare annoiati, ammaccati e con davanti ancora un paio d'ore di strada. Nel caso, il gioco dei mimi può aiutarvi a trascorrere meglio quanto manca all'arrivo. Vi suggerisco un titolo perfetto da mimare, magari succede anche a voi quello che è capitato nel nostro gruppo (e che lascio alla vostra immaginazione) ... ;)